Quest’anno il mio Salone del Mobile di Milano è stato veramente ricco. Mai come quest’anno sono riuscita a visitare molti padiglioni, tanti stand, conoscere nuove realtà e visitare vecchie conoscenze; tutto questo è stato possibile grazie alla programmazione che ho attuato per poter portare a termine appuntamenti ed incontri fissati grazie al progetto #weblogsaloni.
Purtroppo non posso dire altrettanto riguardo al Fuorisalone. Mi ero ritagliata una giornata intera, il venerdì, all’interno della Design Week milanese, proprio poter trascorrere del tempo in Brera, Porta Venezia e Tortona. Quel giorno però pioveva a dirotto………… risultato: una toccata e fuga in Brera, precisamente in Via Solferino, allo show room Del Tongo. Sarò sincera, se non avessi avuto una sorta di appuntamento, non ci sarei andata. Non posso dire di essere meteoropatica ma la pioggia NON MI PIACE. Non sopporto l’umidità e nelle giornate di pioggia odio camminare con l’ombrello, preferirei godermi il ticchettio della pioggia sfogliando una bella rivista di design sul mio divano, guardando il lago………… ma ero a Milano, in Brera, in un’atmosfera surreale per essere un giorno di Fuorisalone: la via Solferino deserta, gli show room anche. Entro da Del Tongo con un umore decisamente nero, mi presento, mi chiedono se voglio essere accompagnata all’interno dello show room per scoprire le cucine…………… ma no, rispondo, faccio prima un giretto da sola, poi magari chiederò un po’ di delucidazioni. A me piace così, scoprire le cose in solitaria, per soffermarmi, talvolta anche per parecchi minuti lo devo ammettere, e scoprire i dettagli, sfumature di colore, accostamenti, materiali e particolari.
Vi dirò una cosa, mentre iniziavo il mio tour dello show room, mi sono resa conto che il mio umore era decisamente migliorato; l’ambiente era veramente accogliente, faceva sentire a proprio agio. Ho iniziato a scattare un po’ di fotografie: panoramiche delle cucine, dettagli, piani cottura, pensili, attrezzature, poi, proprio mentre fotografavo e cercavo di sfocare lo sfondo per mettere in risalto l’oggetto inquadrato, mi sono accorta che anche gli spazi erano bellissimi. Le cucine sono ospitate in ambienti storici molto caratteristici.
SOLFERINO è infatti il primo store monomarca del gruppo ed era stato inaugurato esattamente un anno fa, in occasione del Fuorisalone 2014, con un’installazione temporanea per presentare le novità al pubblico. In seguito è stato trasformato nel primo showroom monomarca permanente, una vetrina che funge da punto d’incontro tra l’azienda ed il suo pubblico. La progettazione è stata affidata all’Arch. Alfonso Arosio che ha saputo enfatizzare il fascino di un ambiente d’epoca, ristrutturandolo …………… ma non troppo. La location ha infatti un carattere “RAW”. Il termine “raw” in inglese letteralmente significa crudo; in architettura e nel disign raw è sinonimo di grezzo, incompiuto e così il raw style è una sorta di celebrazione dell’imperfetto: interni incompleti, errori voluti, difetti progettati ad hoc, sono gli elementi distintivi di questo stile. L’imperfezione diventa sinonimo di unicità e così, dettagli architettonici come muri non intonacati, travi di sostegno lasciate a vista, crepe, soffitti scrostati, tavelloni e putrelle sono il segno distintivo di questi spazi.
Il connubio tra questa architettura volutamente trascurata ed il rigore e la perfezione del design delle cucine del marchio, è meraviglioso. Le forme e l’eleganza spiccano in questo contesto che se pur molto ricercato si presenta a tratti quasi invisibile e uno scenario d’eccezione.
Se devo essere sincera, ero un po’ preoccupata all’idea di scrivere questo articolo perchè in realtà le mie colleghe del progetto #weblogsaloni avevano già analizzato e presentato alla perfezione le cucine Del Tongo: Carlotta e Tessy del blog MeetYourMood hanno raccontato perfettamente la funzionalità e la tecnologia delle cucine Del Tongo. Nora autrice del blog DesignOutfit, da brava “precisina” ci racconta la "pignoleria" progettuale di Del Tongo, ovvero come la cura maniacale dei dettagli faccia la differenza. Elisabetta invece ha spiegato benissimo sul suo blog MaisonLab, l'ambiente cucina e l’importanza di soluzioni ergonomiche e di come Del Tongo sia riuscita, grazie ad un’attenta progettazione, a realizzare cucine funzionali e pratiche senza togliere nulla al design ed all’estetica. A casa di Ro ci vorrebbe una cucina Del Tongo, asserisce Rossella nel suo blog (che si chiama appunto A casa di Ro). Rossella infatti ci svela il suo desiderio di avere una nuova cucina e si sofferma sull'organizzazione razionale dello spazio in cucina. Infine Elisabetta, tra le righe del suo post su ItalianBark presenta le cucine Del Tongo attraverso la “visual communication” su cui ha puntato il brand toscano. Bianco, nero ed un energetico giallo per presentare, senza compromessi, un prodotto di qualità.
Analizzando tutto il materiale in mio possesso ho poi capito che in realtà non avevo molto altro da raccontare, tutte le cose importanti, erano già state dette e quindi ho pensato di dare sfogo semplicemente alle mie emozioni e scrivere solamente alcune considerazioni personali:
Sono una donna di xx anni – vabbe dai, il numero delle decine è un 4 – ma l’età non conta – quello che conta è che mi piace l’ordine, il rigore, la pulizia (sia estetica che reale), amo il colore, la luce e mi piace cucinare (anche se ultimamente ho veramente poco tempo da dedicare alla preparazione di manicaretti succulenti); sono sposata da 23 anni e vivo con un marito e due figli maschi, inutile dire che l’ambiente cucina è per me molto importante, lo ritengo il vero fulcro della casa e deve essere il più funzionale possibile, oltre che ovviamente esteticamente bello, non potrebbe essere altrimenti per una designer e stylist d’interni!!
Da quando sono sposata ho avuto solo due case, quella dove vivo ora e la precedente in cui abbiamo abitato per 13 anni, un appartamento in affitto in cui la cucina, ambiente lungo, stretto e con un rivestimento a parete di piastrelle anni ‘70 da incubo, era stata da noi arredata con mobili ereditati dai miei genitori, che proprio quell’anno cambiarono la loro cucina. Era una cucina modulare ancora carina, e per noi giovani e squattrinati andava benissimo anche se il lavello aveva solamente una buca e per la preparazione dei cibi avevo pochissimo spazio sul bancone. Quando mio marito ed io abbiamo progettato e costruito la nostra casa, quella che abitiamo ora, il desiderio era ovviamente quello di avere una cucina spaziale………… e così è stato. La scelta migliore mi era sembrata quella di progettarla da me e farmela produrre “su misura”, detto, fatto. E’ una cucina bella, comoda, funzionale ma sicuramente non è tecnologica; è ergonomica questo si, c’è un’organizzazione razionale degli spazi MA………… volete mettere la bellezza dei contenitori modulari da parete mix and mathc?
Io come dicevo amo l’ordine, ma non sopporto le case museo dove tutto è perfetto tanto da farle sembrare finte. Soprattutto la cucina, mi piace vissuta, devo avere tutto al posto giusto ma anche tutto a portata di mano. Tenere in vista spezie ed aromi ad esempio è un’ottima soluzione quando si cucina spesso. Questi contenitori permettono il “tutto a vista” ma con stile.
Nella mia cucina non c’è molta tecnologia, se non quella degli elettrodomestici; è bella ma semplice, e devo dire che mi piace così MA………… da quando ho visto l’anta automatizzata che permette di aprire il sistema contenitore attrezzato della cucina Creta …………… beh, credo di aver cambiato idea!!
L’ho detto nel titolo e lo ripeto, con Del Tongo lo stile è entrato in cucina.
simona
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Nora * Design Outfit | Elisabetta * Maisonlab | Simona * Bagnidalmondo | Laura * Home Refresh | Elisabetta * Italian Bark | Carlotta e Tessy * Meet Your Mood | Rossella * A casa di Ro | Valentina * A misura di bimbo
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